Niente obbligo di mascherine al chiuso dal 1° maggio, ma non ovunque: ecco dove potrebbero rimanere necessarie.
Tiene banco al tavolo del governo un tema scottante, in relazione alla pandemia da Covid: quello che riguarda l’obbligo di mascherine al chiuso. Il piano iniziale, infatti, prevedeva, e prevederebbe ancora, l’addio alle bistratatte mascherine dal 1° maggio 2022. Un’ipotesi che però, giorno dopo giorno, sembra perdere forza. E il motivo è semplice: in Italia il numero dei contagi sta salendo, e la nuova variante XE è un’incognita che non può essere sottovalutata.
Con tutta probabilità una decisione certa e definitiva verrà presa da Draghi e dal ministro Speranza dopo Pasqua (ufficialmente senza consulto del Cts, ormai sciolto). In questo momento è però possibile avanzare alcune ipotesi su dove potrebbero rimanere obbligatorie anche dopo il 1° maggio.
Dove rimarranno obbligatorie le mascherine al chiuso?
Secondo gli esperti, le mascherine, soprattutto Ffp2, continuano a essere importanti, se non fondamentali, specialmente al chiuso, per evitare il contagio da un virus che continuerà a circolare per molti anni. Anche per questo motivo è alquanto impensabile che dal prossimo 1° maggio di colpo possano diventare un optional a discrezione di ogni persona.
Un’ipotesi concreta è che possa rimanere obbligatoria anche dopo il 30 aprile per chi lavora in esercizi aperti al pubblico, ad esempio per cassieri, commessi, impiegati ai pubblici uffici e così via. Tuttavia, non è possibile in questo momento sapere se l’obbligo sarà esteso anche ai clienti.
Probabile anche il mantenimento dell’obbligo sui mezzi di trasporto, tra i luoghi maggiormente a rischio, e poi nei cinema, a teatro e durante i concerti. In questo caso si potrebbe però passare dall’obbligo di Ffp2 a un più generico obbligo di mascherina, per rendere possibile l’utilizzo anche delle più economiche e leggere mascherine chirurgiche.
Mascherine obbligatorie anche a scuola?
La questione dunque è in divenire, e mentre il sottosegretario alla Salute Andrea Costa spinge per passare dall’obbligo alla raccomandazione, molti virologi ed esperti continuano a sostenere la necessità di indossare la mascherina al chiuso.
E c’è anche chi prova a trovare una soluzione intermedia, come Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Intervistato da Askanews, ha infatti invitato tutti a fare ancora attenzione: “Preferiremmo tenere le mascherine in classe un mese e mezzo in più, fino alla fine dell’anno, che non poi sopportare conseguenze peggiori dopo“. Un ragionamento che non fa una piega, anche se l’ultima parola spetterà a chi di dovere.